Che ne pensate di “mangiare” una bolla d’acqua?!..oppure scartare un regalo sfiorando in un attimo semi di cotone, trucioli e scarti di grano saraceno?!..O magari utilizzare del sapone il cui involucro scompare magicamente mentre laviamo le mani?!…non è pazzia, né si tratta di alieni che provano a dare qualche dritta a noi umani, dopo le recensioni negative fatte alla Terra.
Il packaging sostenibile è possibile, reale e già presente sul mercato! Secondo un’indagine condotta dalla società Research and Markets, infatti, la domanda dei consumatori di acquistare prodotti con packaging eco-friendly sta guidando la crescita del settore che potrà raggiungere un valore di circa 440,3 miliardi di dollari entro il 2025, con un tasso di crescita annuale di circa il 7,7 per cento. Non male vero?! Eh già perché i consumatori ormai vogliono essere non solo informati, stupiti ed emozionati dal packaging ma anche sentirsi responsabili del processo di sostenibilità ambientale legato al prodotto, partendo dall’involucro!
Un recente sondaggio condotto da Tetra Pak ha dimostrato, infatti, che:
– il 75% dei consumatori è influenzato dal packaging sostenibile;
– due terzi degli intervistati sono disposti a spendere qualcosa in più, se certi di acquistare prodotti sostenibili;
– la sostenibilità delle confezioni interessa maggiormente i Paesi in via di sviluppo (il 60% di cittadini indiani, turchi e cinesi si informa sull’impatto ambientale dell’azienda prima di acquistarne i prodotti). Per contro, Paesi sviluppati come America, Regno Unito e Giappone sono i meno attenti a queste tematiche (sviluppati si ma sostenibili non proprio, non sempre!).
Il consumatore ha, quindi, capito la sua influenza sulle strategie commerciali dell’impresa, soprattutto attraverso il consumo critico, attraverso cui valuta gli aspetti sociali, ma soprattutto ambientali, legati all’intero ciclo del prodotto.
E le imprese questo lo hanno compreso..qualche esempio?!
“Nespresso e la sua recycling bag” all’interno della quale porre fino a 200 capsule usate e ridare nuova vita sia al caffè che all’alluminio. Una volta raccolte, infatti, un processo ad hoc consente di separare il caffè dalla capsula di alluminio e di riutilizzare entrambi. Il caffè residuo, infatti, diventa un fertilizzante 100% biologico utilizzato nella risaia Cusaro, in provincia di Pavia. Il riso prodotto viene riacquistato da Nespresso e, successivamente, donato a Banco Alimentare Lombardia (garantendo anche il suo impegno per il sociale) mentre l ’alluminio, invece, con la sua grande potenzialità di poter essere riciclabile al 100% e riutilizzabile all’infinito, viene destinato alle fonderie per essere utilizzato nella produzione di nuovi oggetti.
Dell, multinazionale statunitense del settore dell’informatica da anni utilizza materiali riciclabili e compostabili come il bambù, usato per sostituire gli imballaggi di cartone o di plastica delle scatole e i funghi, impiegati per sostituire la schiuma o la plastica utilizzate nelle spedizioni di alcune componenti; si pone come ulteriore eco-obiettivo quello di rendere il packaging sostenibile al 100% entro il 2020.
Insomma risulta chiaro: considerare la sostenibilità nel business model di una azienda non è più solo una scelta che crea valore, ma una priorità strategica richiesta dall’ambiente, dal mercato e dai consumatori!
Packgreen&Talkgreen